Con Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico, vediamo da dove si può partire.
Nori, è di grande attualità il tema delle nuove frontiere dell’agricoltura, cosa può imparare e che contributo può dare il biologico?
Il biologico è sempre stato attento all’innovazione. Quando il Consorzio è nato, 31 anni fa, aveva come primo motto “l’agricoltura biologica è per i nostri nipoti”. Oggi che il biologico è cresciuto e si avvia verso una fase di maturità, per consolidarsi deve mantenere questa visione verso il futuro. E deve farlo guardando la sostenibilità, che per definizione ha uno sguardo di lungo periodo.
Perché questo passo è necessario? Non c’è il rischio che il biologico si possa snaturare?
È indispensabile, il rischio semmai è che il bio rimanga indietro, non sia più una sorta di avanguardia della sostenibilità. Su cui non esiste una ricetta perfetta, assoluta, ma tante strade, tanti miglioramenti che arrivano pian piano con la ricerca. Il biologico deve avere la forza e l’abilità di catalizzarli, mantenendo fermi i suoi valori di salubrità, qualità del prodotto e del processo produttivo. Senza preconcetti, e senza snaturamenti.
Quali sono i prossimi appuntamenti del Consorzio?
Gli impegni sono quelli di promozione del biologico attraverso attività fieristica, in queste news trovate il calendario 2019/20 e tutte le indicazioni per il SANA di Bologna, e la parte più tecnica dedicata a informazioni, a carattere scientifico e regolatorio, sulla certificazione e il metodo agricolo del bio.